venerdì 14 aprile 2017

Chiuso per ferie

Ciao a tutti, ci rileggiamo dopo il 25 aprile...
per questa settimana ed inizio della prossima non mi leggerete, ma continuerò a lavorare per voi e sopratutto cercherò di preparare tanti nuovi tutorial sia video che foto ;)
Nel frattempo...
Buona Pasqua e Buon 25 aprile

lunedì 10 aprile 2017

Tutorial: da pinterest alla realtà

Ciao, quanti di voi perdono ore su ore su Pinterest a guardare le magnifiche idee che propongono?
Io ci passerei la vita.
Oggi vi propongo un fototutorial della realizzazione del grembiule ricavato da un vecchio paio di jeans che a vederlo sembrava molto più semplice, ma è stato divertente.


Buona visione.


giovedì 6 aprile 2017

Tessuti: come capirli.

Vi è mai capitato di prendere in mano un tessuto e non capire se fosse seta o una buona viscosa? oppure vera lana o qualcosa di simile ma più sintetico?

C'è un trucco un modo molto semplice per capire, facendo aiutare dal vostro naso oltre che dai vostri occhi.

Le mie allieve mi dicono che sono un po' piromane in questo, ma a volte l'unico modo per capire che stoffa abbiamo davanti e bruciarla e osservare come si comporta alla fiamma e che odore emana.

Le fibre tessili, i tessuti, si dividono in
  • vegetali (cotone, lino, canapa, iuta)
  • animali (lana e seta)
  • artificiali (rayon e derivati, lanital o merinova)
  • sintetiche (naylon, terital, ecc)
  • minerali (amianto, oro, argento, alluminio, ecc.)
Ogni tipo di fibra reagisce diversamente.
Ma andiamo con ordine.
Vegetali (= derivate da piante come lino e cotone)
Se sapete come brucia un pezzo di carta avete presente l'odore, ecco è lo stesso del bruciare un pezzetto di cotone o di lino, sono fibre che bruciano molto facilmente, e alimentando la fiamma una volta allontanata quella principale.

Animali (= derivate dal pelo o dalla filatura del baco)
Per la lana e la seta l'effetto è diverso. La lana a contatto con il fuoco non brucia, carbonizza  producendo una lieve fiammella che si spegne appena la fiamma viene rimossa.
L'odore che si sente è quello di quando magari ci scottiamo sui fornelli i peli del braccio, per me data la mia infanzia è l'odore delle galline sbruciacchiate quando mia nonna svuotava un po' il pollaio.
Lo stesso effetto avviene sulla seta che brucia molto lentamente creando delle goccioline nere ed emettendo il medesimo odore.

Sulle fibre artificiali e sintetiche c'è da fare una piccola parentesi a spiegazione.
Per fibre artificiali definiamo le fibre che hanno una base di natura organica, la cellulola (da cui ha origine la viscosa, ad esempio) e le proteine (da cui deriva il lanital).

Le fibre sintetiche sono le fibre che nascono da processi chimici da derivati del petrolio, tra queste le più note sono i tessuti acrilici e i poliesteri come il terital o il nailon.

Quando si parla di fibre di origine industriale e non completamente naturale è da notare al momento della bruciatura l'odore di plastica che viene rilasciato, oltre a volte all'effetto plastica sciolta che si crea nella stoffa, in particolar modo nelle fibre sintetiche.

Questo è quanto per riconoscerle.
Avevate mai provato? Sappiate anche che in alcuni negozi di stoffa può capitare che accettino di farvi la prova del fuoco per riconoscere le stoffe.

Vi lascio sperimentare se avete dei pezzettini di stoffa in casa e ci leggiamo la prossima settimana ;)

lunedì 3 aprile 2017

Tutorial: la gonna classica (3a parte)

Ciao a tutti.
Siamo alla terza parte del video tutorial sulla gonna classica.
In questo video vedremo come preparare il tessuto e come passare i punti lenti per segnare le pence.

Per qualunque dubbio o domanda non esitate a contattarmi, nel frattempo buona visione.

lunedì 27 marzo 2017

Storia della moda. Le origini del Tartan (seconda parte)

Scusate il ritardo! volevo scrivervi venenerdì ma in laboratorio fremono i preparativi per la fiera di Gradara...

Ma torniamo a noi :)
Un mese fa parlammo del tartan vi ricordate? che ne dite di continuare con la storia?

Avevamo visto come è nato e la sua storia, ma ora vediamo come si classifica.

I tartan sono descritti secondo il loro uso.
I clan tartans sono i capi comunemente usati dagli uomini del clan. Non è raro trovare un tartan di clan di origine recente descritto come “antico tartan di clan”, questa descrizione è parecchio fuorviante in quanto è semplicemente una descrizione per dire che il tartan è stato intessuto di sfumature a tinte vivaci.
I dress tartan venivano in origine indossati dalle donne del clan che preferivano tinte e disegni più vivaci, questi presentavano uno sfondo bianco e variazioni dal disegno del clan. In tempi più moderni si è diffusa la tendenza di definire i dress tartans quei tartan di clan che sono intessuti in stoffe più leggere.
I mourning tartan si indossano generalmente in occasione dei lutti ed erano basati su colori come il bianco e il nero.
Gli hunting tartans erano usati per attività venatorie e sportive; i colori predominanti erano il marrone o un'altra tinta scura. Quando un clan possedeva un tartan colorato con colori troppo vivaci non era adatto a queste attività e quindi ne veniva progettato uno con tinte meno appariscenti e che permettevano di mimetizzarsi con la natura circostante.
Infine, i chief’s tartan che sono i tartan personali dei capi, indossati soltanto da loro e dai famigliari più prossimi.
Oggi esistono, accanto ai clan tartan, molte altre categorie di tartan registrati per famiglie, distretti, istituzioni e anche per commemorare particolari eventi. Alcuni hanno assunto comunque ulteriori significati.
Il principe Carlo e consorte indossano i tartan della famiglia reale.
Il Duke of Fife tartan, ad esempio, disegnato in occasione del matrimonio di Alexander Duff, I duca di Fife con la principessa Luisa, figlia di Edoardo VII e della regina Alessandra, è ormai conosciuto anche come tartan del distretto di Fife ed usato dalle famiglie della regione che non hanno un particolare clan di riferimento.
Inoltre, la tradizione ne riserva alcuni alle Scottish Highland military unit del Regno Unito e degli altri paesi del Commonwealth. Quelle unità associate con la Famiglia Reale britannica utilizzano il Royal Stewart Tartan. La Famiglia Reale usa il tartan Balmoral.
Ci sono inoltre tartan per le forze armate come il Royal Air Force ed il Royal Canadian Air Force, ma anche compagnie commerciali, speciali gruppi come Amnesty International, movimenti religiosi (anche Hare Krishna), città, club di footbal (inclusi alcuni non britannici, come ad esempio Hammarby IF), società di danza, gruppi celtici non britannici, regioni del mondo con una grande presenza di scozzesi. Anche gruppi etnici non scozzesi che vivono in Scozia hanno disegnato propri tartan. In Canada tutte le province hanno il proprio tartan. Anche negli Stati Uniti molti Stati hanno un proprio tartan.

Questa è la loro storia, ma se ho scelto di parlarne nella mia tesina è per il collegamento con la mia stilista preferita: Vivienne Weestwood.

Ma questo e il suo collegamento con la mia mangaka preferita ve lo racconto la prossima volta, compresa chi è.
Nel frattempo vi saluto con uno scatto di un abito lolita in tartan realizzato da Strange CreImitation e vi anticipo che a breve sul mio Etsy Shop troverete delle cosine interessanti in tartan ;)




martedì 21 marzo 2017

La Cravatta

Domenica c'è stata la festa del papà e quanti di voi hanno regalato una cravatta al proprio papà?

Volevo scrivere un post sulla storia della cravatta, ma sbirciando nel web ho visto che è scritta ovunque... e allora ho pensato di fare una ricerca per immagini e cercare le cravatte più famose...

E ammetto, la prima che mi è venuta in mente è la cravatta di Mr Grey in 50 sfumature.
Non posso farci nulla io adoro quei libri e il mio primo pensiero è stata quella.

Poi data la mia ultima passione e serie tv vista, mi è venuto in mente il Dottore!
Come ho detto l'ho visto solo di recente e li si passa da cravatta a papillon da Dottore a Dottore.

Il mio preferito è l'undicesimo Dottore, è così british <3

Ma andiamo avanti!


E poi per concludere che dire delle cravatte delle uniformi... tipo in Harry Potter.
Ed ecco svelata un altra mia passione, adoro la saga, adoro i libri e un po' meno i film, ma amo profondamente gli attori che li hanno interpretati.
Comunque sono una fans di Neville! Assolutamente il migliore!

E voi pensando alle cravatte, quale vi viene in mente?
Svelatemi la vostra cravatta più famosa preferita.

Ed in attesa di voi, ci leggiamo al prossimo post.

giovedì 16 marzo 2017

Signore e Signori le Mascotte... Battou

E rieccomi a raccontarvi delle mascotte pelosotte che girano per il laboratorio.
Oggi vi racconto di Battou.
Conosciuto anche come gatto scemo è il pagliaccio del laboratorio salta come una cavalletta da una parte all'altra e adora dormire sulle pile di stoffe.
E' addetto al controllo della morbidezza della stoffa e la sua voluminosità (ha una forte dipendenza da tulle e crinolina), in più è abilitato allo spargimento dei fili per la casa.
 In più come potete vedere nel video, se c'è qualcosa di piccolo che può prendere e portare in giro lo fa quindi spesso è il colpevole della sparizione di piccoli oggetti.

E questo è quanto per presentarvelo in breve :D
Su Battou ci sarà molto da raccontare ma per oggi mi fermo qui.


Vi auguro una buona giornata e ci leggiamo lunedì.

lunedì 13 marzo 2017

Tutorial: Gonna Classica II parte

Ciao a tutti, come è andata con la prima parte della gonna?
Avete provato a disegnarla?

Siamo pronti quindi con la seconda parte. quindi armiamoci di matita e foglio e pronti con il dietro.
Buon lavoro!


giovedì 9 marzo 2017

Tessuti: il raso

Per inaugurare la sezione dedicata ai tessuti parto ripropondo un mio articolo sul raso, questo tessuto che nel mondo del cosplay viene bistrattatato, ma che ha mille sfacettature...

Innanzitutto, cosa si intende per raso.
Per raso si intende un armatura, ovvero un intreccio di fili in ordito e in trama che creano il tessuto.
L’armatura raso o satin è un tipo di intreccio dove il filo di ordito passa sopra il filo di trama per poi ripassarvi dopo vari posti, creando così un tessuto rasato e lucido ma molto delicato data la rarefazione dell’intreccio.
Detto questo di rasi ne abbiamo di varie tipologie:
  • Raso di poliestere: realizzato con una fibra sintetica è quello che fa effetto carnevale perché è spesso molto lucido e sgargiante sia al dritto che al rovescio.
PREGI e CONSIGLI PER L’USO: è economico e molto leggero, se il suo rovescio è più opaco si può usare per piccoli particolari o per foderare.
DIFETTI: sfila al solo sguardo, lo sconsiglio a chi non ha una buona tagliacuci con cui rifilarlo.
  • Rasi di viscosa, acetato o fil di cupro: li metto insieme perché sono tutti provenienti da filati artificiali. Hanno una parte dritta più lucida ed un rovescio più opaco.
PREGI e CONSIGLI PER L’USO: relativamente economico e leggero, al rovescio spesso è più bello e adatto alle parti in vista di abiti e costumi. Perfetto per le fodere anche utilizzando il dritto, anzi potrei dire che è la classica fodera da giacche e cappotti.
DIFETTI: anche questo sfila molto, ed ha un costo un po’ più elevato.
  • Raso di Cotone, conosciuto anche come rasatello, o Satin, deriva dal filo di cotone e ne prende tutte le sue proprietà: è molto resistente, assorbe facilmente l’umidità (ma si riasciuga lentamente) ed è poco elastico (quando trovate il tessuto di cotone elastizzato al suo interno c’è anche elastene, non è mai 100% cotone)
PREGI e CONSIGLI PER L’USO: facile da lavorare, si può trovare a prezzi economici anche tra le stoffe da tappezzeria (altezza da cimosa a cimosa 280cm) perché viene usato per confezionare lenzuola. È facilmente lavabile e smacchiabile. Molto traspirante (ma fate attenzione che più elasticizzato è più perde questa caratteristica) adatto a cosplay estivi.
DIFETTI: Normalmente ha un calo la stoffa ed è importante lavarla o sfumarla con un buon ferro da stiro prima.
  • Raso di Seta: il raso per eccellenza. Deriva da uno dei filati penso più preziosi in natura.
PREGI e CONSIGLI PER L’USO: è morbidissimo al tatto, può vestire quasi come una seconda pelle ed è molto resistente. Se avete particolari dei vostri abiti da mettere in risalto con jabot o balze è perfetto.
DIFETTI: costa. Si va sempre dai 15/20€ al metro per la pura seta.
  • Raso di Lana: si perché esiste pure questo
Quest’ultimo l’ho segnato per completezza, non ho mai avuto il piacere di lavorarlo ma solo di vederne un campioncino in mano. Ha il PREGIO di essere morbidissimo, ma penso che sia anche molto molto costoso come molte lane con lavorazioni particolari.

Spero che dopo questa panoramica il concetto di raso vi sarà più chiaro e non penserete solo agli abiti di carnevale.

Ma avete una stoffa che vi incuriosisce? O qualche curiosità generale sulle stoffe? Potrebbe essere l'argomento del prossimo post sui tessuti.
Intanto vi auguro un buon w.end e ci leggiamo la prossima settimana!


definizioni e immagine prese dal libro di merceologia tessile della Sitam

lunedì 6 marzo 2017

Tutorial: La gonna classica


Ciao a tutti.
Pronti al primo tutorial?

Volevo inaugurare la sezione tutorial/modelli con uno semplice e basico che è la gonna classica.
Guardando online ho trovato mille mila modelli di questa e mi sono domandata come posso fare la differenza. La risposta è stata creando non solo il modello ma tutti i passaggi della confezione per avere una bellissima gonna classica rifinita come nelle migliori sartorie.
Quindi pronti a cominciare?

La gonna che voglio disegnare con voi è la gonna classica con la doppia ripresa in vita che veste bene sia le ragazze/donne magre che quelle più formosette o con una differenza tra vita e fianchi molto accentuata.

Inannzitutto le misure necessarie.
  • Circonferenza vita
  • Circonferenza fianchi
  • Lunghezza gonna

Ed ora buona visione.


lunedì 27 febbraio 2017

Libri: La moda dal XVIII al XX secolo

Oggi vi voglio parlare di un libro meraviglioso a mio parere.
La moda dal XVIII al XX secolo a cura di Kyoto Costume Institute edito dalla Taschen.
Editore: Taschen
Data di Pubblicazione: giugno 2010
Pagine: 720

Il libro in questione (sono due in realtà) raccoglie una panoramica fotografica degli abiti dal diciottesimo secolo fino quasi ai giorni nostri. 
Insieme alle immagini anche delle descrizioni dei dettagli e dei quadri storici e pittorici di riferimento per comprendere ed apprezzare gli abiti fotografati ed i loro dettagli.

Il primo libro parte dal XVIII secolo, si inizia con un busto in ferro con un corsetto ricamato del XVII secolo e degli abiti femminili (robe à la française) del 1760 circa per arrivare ai costumi da bagno di Rudolf Lenn del 1910.
In questo arco di tempo, tra le varie foto e immagini possiamo vedere anche l'evoluzione della biancheria intima con gli abiti in mussola bianca di primi Ottocento.

Nel secondo volume si riparte dall'inizio Novecento con gli abiti dalla linea a S sinuosi e morbidi caratterizzati dall'uso di chiffon e charmeuse con i punti vita rinchiusi in severi corsetti. Siamo nell'epoca della Belle Epoque.
In un secolo di grandi cambiamenti, negli anni Cinquanta si possono vedere le favolose creazioni di Dior. è il periodo dell'Haute couture e delle Maison che realizzavano coordinati dall'abito all'accessorio per le loro clienti.
Passando per le opere di Paco Rabanne e Yohji Yamamoto il secondo volume si conclude con due abiti molto particolari di fine anni Novanta.
Con l'incubo di possibili disastri atmosferici i vestiti vengono nuovamente concepiti per proteggere il corpo. Gli ultimi abiti che si vedono infatti sono un soprabito di nylon di Kosuke Tsumura chiamato "Ultima Dimora" del 1994, con più di 40 tasche che potevano essere usate per la sopravvivenza in città, e il soprabito (White Cotton Tape) di Martin Margiela realizzato con coperte da letto imbottite.




lunedì 20 febbraio 2017

Storia della moda. Le origini del Tartan (prima parte)

Ciao a tutti. Oggi facciamo un post un po' più serio con qualche curiosità.

Oltre un anno fa mi sono diplomata come modellista.
All'interno della mia tesina ho parlato, tra le tante cose, anche del tartan e oggi vorrei condividere con voi quello che ho scoperto sulla storia del tartan che ho trovato molto interessante.
Buona lettura.


Il tartan è un particolare disegno dei tessuti in lana delle Highland scozzesi. Il kilt, il tipico gonnellino scozzese, è realizzato in tartan e difatti questo tessuto è considerato un simbolo tradizionale della Scozia. Originariamente il tartan era realizzato in lana, oggi si utilizzano anche altri materiali.
Questo disegno (in Italia si chiama scozzese) è ottenuto con fili di colori diversi che si ripetono con uno schema definito, uguale sia nell'ordito che nella trama, denominato sett. I blocchi di colore si ripetono verticalmente e orizzontalmente in un modello distintivo di quadrati e linee che, intrecciandosi, possono dare l'apparenza di nuovi colori. L'armatura del telaio per tessere il tartan è la saia.
Il tartan è spesso chiamato plaid in Nord America, ma in Scozia un plaid è una tela appesa sopra la spalla come fosse un accessorio del kilt, o in alternativa una semplice coperta da disporre su un letto.
Il termine inglese Tartan deriva dal francese tiretain, che probabilmente deriva a sua volta dal verbo tirer, in riferimento alla tessitura di questo disegno in contrapposizione al panno in tinta unita. Un'altra possibile origine del nome lo farebbe risalire al termine gaelico tarsainn che significa "attraverso".
L’antichità del tartan è provata da molti riferimenti nella prima letteratura scozzese e dai resoconti dei primi viaggiatori che visitarono la Scozia parecchi secoli addietro.
All’epoca l’abbigliamento tipico era formato per l’uomo dal philabeg o kilt, realizzati con il tartan del clan, al quale veniva abbinate delle scarpe di pelle non conciata e il cuaron¸ uno stivale che raggiungeva quasi il ginocchio, fatto con pelle di cavallo o di vacca, modellato sulla gamba e tenuto in posizione da cinghie; ma si usava anche andare a gambe e piedi nudi. Il berretto era di lana lavorato a maglia con applicato un segno distintivo comune agli aderenti al clan, di solito un fiore o una pianta.
A questo si aggiungeva una piccola borsa in pelle ricoperta di pelo e laboriosamente decorata appoggiata sul kilt.
Per le donne era previsto un curraichd di lino sulla testa legato sotto il mento, il tonnag, un piccolo quadrato di tartan indossato sopra le spalle e l’arasaid, un lungo mantello di vari colori o di tartan, che dalla testa o dal collo scendeva fino alle caviglie, pieghettato tutto intorno e fermato sul petto da un largo fermaglio e sulla vita da una cintura.
da Pinterest http://pin.it/gku4lAl
Si pensa che i tartan usati molte centinaia di anni fa consistessero in semplici sacchi di due o tre colori, che venivano ricavati dalle piante presenti nel distretto dove venivano tessuti.
Quello che potremo considerare uno dei primi documenti all’uso regale del tartan è contenuto nei verbali del tesoriere del re Giacomo III nel 1471, dove si nomina un tartan acquistato appositamente per i reali consorti.
L’antichità del tartan non è mai stata messa realmente in discussione, ma alcuni storici dichiarano che l’uso di indossare un particolare modello da parte di tutti i membri del clan è un usanza moderna che si è instaurata a partire dal XVIII secolo.
Dagli archivi di un borgo delle Highlands, però, apprendiamo che i mercanti si recavano nelle Highlands ad acquistare il tartan tra il XVI e XVII secolo e gli assessori municipali al fine di prevenire speculazioni sulle vendite fissarono un tetto massimo per il prezzo del tartan, determinandolo in base al numero e alle sfumature dei colori del tessuto.
Altra nota storica documentata sul tartan risale al 1746 dopo la battaglia di Culloden, quando il governo di Londra nel tentativo di eliminare tutti i fuorilegge dalle Highlands, approvò un atto in parlamento per cui gli Highlander non potevano disporre di armi e l’abbigliamento del tartan costituiva un infrazione perseguibile penalmente. Questo atto che fu imposto rigorosamente, e la preoccupazione del governo di eliminare il tartan, dimostra che esso aveva un significato più che sentimentale per la gente delle Highland.
Quando l’atto venne revocato, nel 1785, gli Highlander si erano abituati a vestire come gli altri scozzesi e non mostravano molto entusiasmo all’idea di indossare abiti in tartan: era ormai retaggio del passato.
Il primo grande revival del tartan si ebbe nel 1822 quando Giorgio IV in visita quell’anno a Edimburgo, propose che il popolo presenziasse alle funzioni vestendo i tartan dei rispettivi clan. Questo porto alla creazione di molti tartan originali e nuovi perché le tracce del passato ormai erano perse.
Anche la pubblicazione del Vestiarium Scoticum dei fratelli Sobieski Stuart, contribuì alla nascita di tanti altri Tartan spuri, e infatti molti di quelli ancora oggi in uso devono la loro esistenza a quel libro.
Oggi la confusione riguardante le origini del tartan è stata un po’ inquadrata ed i disegni sono stati standardizzati; la registrazione dei tartan presso la Lyon Court dovrebbe ridurre di molto l’arbitrio nella loro classificazione in un futuro prossimo.

E questa è solo una parte.
Se l'argomenti vi ha incuriosito fatemelo sapere e vi racconterò la seconda parte prossimamente.

Intanto vi auguro una buona settimana.

 [notizie prese da:
Clan e Tartan, trad. di Stefano Mosetti, Vallardi, 1992.]

martedì 14 febbraio 2017

Signore e Signori le Mascotte: Taiga

Buon San Valentino a tutti 💖
Per festeggiare questa giornata dell'amore inauguro la sezione dedicata ai miei grandi amori...

Oggi vi presento chi gira tra le stoffe e i fili del laboratorio, le mie mascotte: i miei gatti.
Per chi conosce il mio negozio su Etsy li ha visti presentati anche li e tra i miei amici hanno moltissimi fans e quindi ecco a voi Battou e Taiga.

Trova l'intrusa
Anzi iniziamo con Taiga, la femminuccia, gatta fino al midollo e bellissima e tigrata.
Non si fida completamente di nessuno e nonostante in laboratorio da me passino una marea di persone continua a girare al largo.

Il suo compito in laboratorio quando non dorme è  ricordare che devi sfamarla e lo fa con una puntualità svizzera, almeno due ore prima dell'orario previsto.

Ha una passione assurda per i sacchetti di plastica, sopratutto quando non le dai da mangiare ed inizia a rosicchiare qualunque cosa in plastica che trova a portata di zampa.

In sintesi questa è Taiga. La principessa di casa.
La prossima volta vi racconto di Battou.
Nel frattempo vi auguro buona settimana, appuntamento a lunedì.

lunedì 6 febbraio 2017

Presa delle misure

Ciao a tutti.
Prima di partire con qualsiasi tutorial per creare un abito è importante capire come prendere le nostre misure per poter creare un abito che ci casca a pennello.

Quindi prendiamo un nastro da legarci sul punto vita ed il metro da sarta, poi chiamiamo la mamma o la nonna o la zia o un amica a farci prendere le misure, perchè da sole non si potranno prendere tutte in maniera corretta.

Le misure si dividono in due tipi larghezze e lunghezze. Il nastro legato sul punto vita ci aiuterà a prenderle e ci darà un punto di riferimento fisso in particolar modo per le lunghezze che partiranno dal punto vita.

Qui potete trovare una tabella con tutte le misure e come prenderle spiegate nei dettagli.

è importante che le misure vi vengano prese da un altra persona perchè da soli, anche davanti allo specchio non riusciamo ad essere precisi e con lo spostamento delle braccia, e quindi delle scapole sulla schiena ad esempio la circonferenza torace e seno possono variare molto

Altre misure invece sono più semplici e si riesce a controllarle da se, come il punto vita e il punto fianchi e le varie lunghezze.
Non so se vi è mai capitato prima e dopo una dieta di controllare se oltre ai chili abbiamo perso anche qualche centimetro.

Un video molto utile girato all'interno della Sitam è questo, dove vengono spiegate le misure principali che vengono usate per i cartamodelli.
Un piccolo appunto. Ogni metodo di disegno di cartamodelli richiede pù o meno misure, in base all'uso di una squadra oppure semplicemente di carta, metro e matita.

Detto questo, prendete le vostre misure segnatele bene su un foglio con tanto di data di quando le avete prese e preparate carta da modelli e matita, la prossima volta comincieremo con la gonna classica.  

Al prossimo appuntamento.

mercoledì 18 gennaio 2017

Sfilate: Milano Moda Uomo 2017

Ciao a tutti.
Ermenegildo Zegna - Gym Couture
dal sito TgCom24
Si sono appena concluse le sfilate della moda uomo a Milano e volevo fare un bel post approfondito e articolato al riguardo ma ammetto che non le seguo mai.
Non amo particolarmente le passerelle e normalmente mi guardo quel poco che passano nei telegiornali. Oggi ho fatto un passo in più e mi sono cercata pure le immagini sul web.

Quello che ho visto mi è piaciuto.

Come accessorio, in particolar modo, mi hanno colpito quelle sciarpe con la manica di Armani, una via di mezzo tra un coprispalle ed una sciarpa. Un modello che devo assolutamente studiare e in qualche modo reinterpretare.

 Come outfit completo che ha attirato la mia attenzione è il completo Gym Couture che poi ho scoperto essere di Ermenegildo Zegna realizzato in cashmere ed alpaca e chi mi conosce sa quando amo i tessuti di Zegna ed il cashmere.

Il resto direi che ho visto pantaloni di lunghezze umane e niente di troppo surreale. Belle idee e proposte ed ora vedremo cosa farà tendenza e cosa finirà nel dimenticatorio e verrà reciclato in futuro. 

Alla fine la moda è ciclica..

Buona giornata a tutti
Donatella

mercoledì 11 gennaio 2017

Benvenuti

Ciao a tutti e benvenuti nel mio blog, una porta settimanale sulla mia sartoria e scuola di cucito.

Normalmente si inizia presentandosi, io invece inizio raccontandovi uno dei lavori che sto facendo in questi giorni :)



Stamattina avevo voglia di lavorare su qualcosa di particolare per non annoiarmi e così ho preso in mano pizzo e chiffon e ho iniziato a rimettere mano ad un abito non venduto (preciserei usato e restituito ma è una lunga storia) che però una cliente ha trovato adorabile ed ora sto adeguando alle sue misure e ammettiamolo rendendolo un po' più di classe.

L'adeguamento prevede di sistemare lo scollo (più rifinito) le maniche (della taglia giusta) e inserire una gonna in pizzo e poi scendere con il chiffon.
Le maniche a causa del tessuto scadente non potranno essere rifinite dalla cucitura all'inglese come il resto delle parti ma avranno allora all'interno uno sbieco a ripulirle.

Per ora vi lascio lo schizzo del mio figurino con le modifiche che verranno apportate.

E con questo vi saluto e ci leggiamo mercoledì prossimo! ora scappo devo andare a fare lezione ;)