martedì 21 marzo 2017

La Cravatta

Domenica c'è stata la festa del papà e quanti di voi hanno regalato una cravatta al proprio papà?

Volevo scrivere un post sulla storia della cravatta, ma sbirciando nel web ho visto che è scritta ovunque... e allora ho pensato di fare una ricerca per immagini e cercare le cravatte più famose...

E ammetto, la prima che mi è venuta in mente è la cravatta di Mr Grey in 50 sfumature.
Non posso farci nulla io adoro quei libri e il mio primo pensiero è stata quella.

Poi data la mia ultima passione e serie tv vista, mi è venuto in mente il Dottore!
Come ho detto l'ho visto solo di recente e li si passa da cravatta a papillon da Dottore a Dottore.

Il mio preferito è l'undicesimo Dottore, è così british <3

Ma andiamo avanti!


E poi per concludere che dire delle cravatte delle uniformi... tipo in Harry Potter.
Ed ecco svelata un altra mia passione, adoro la saga, adoro i libri e un po' meno i film, ma amo profondamente gli attori che li hanno interpretati.
Comunque sono una fans di Neville! Assolutamente il migliore!

E voi pensando alle cravatte, quale vi viene in mente?
Svelatemi la vostra cravatta più famosa preferita.

Ed in attesa di voi, ci leggiamo al prossimo post.

giovedì 16 marzo 2017

Signore e Signori le Mascotte... Battou

E rieccomi a raccontarvi delle mascotte pelosotte che girano per il laboratorio.
Oggi vi racconto di Battou.
Conosciuto anche come gatto scemo è il pagliaccio del laboratorio salta come una cavalletta da una parte all'altra e adora dormire sulle pile di stoffe.
E' addetto al controllo della morbidezza della stoffa e la sua voluminosità (ha una forte dipendenza da tulle e crinolina), in più è abilitato allo spargimento dei fili per la casa.
 In più come potete vedere nel video, se c'è qualcosa di piccolo che può prendere e portare in giro lo fa quindi spesso è il colpevole della sparizione di piccoli oggetti.

E questo è quanto per presentarvelo in breve :D
Su Battou ci sarà molto da raccontare ma per oggi mi fermo qui.


Vi auguro una buona giornata e ci leggiamo lunedì.

lunedì 13 marzo 2017

Tutorial: Gonna Classica II parte

Ciao a tutti, come è andata con la prima parte della gonna?
Avete provato a disegnarla?

Siamo pronti quindi con la seconda parte. quindi armiamoci di matita e foglio e pronti con il dietro.
Buon lavoro!


giovedì 9 marzo 2017

Tessuti: il raso

Per inaugurare la sezione dedicata ai tessuti parto ripropondo un mio articolo sul raso, questo tessuto che nel mondo del cosplay viene bistrattatato, ma che ha mille sfacettature...

Innanzitutto, cosa si intende per raso.
Per raso si intende un armatura, ovvero un intreccio di fili in ordito e in trama che creano il tessuto.
L’armatura raso o satin è un tipo di intreccio dove il filo di ordito passa sopra il filo di trama per poi ripassarvi dopo vari posti, creando così un tessuto rasato e lucido ma molto delicato data la rarefazione dell’intreccio.
Detto questo di rasi ne abbiamo di varie tipologie:
  • Raso di poliestere: realizzato con una fibra sintetica è quello che fa effetto carnevale perché è spesso molto lucido e sgargiante sia al dritto che al rovescio.
PREGI e CONSIGLI PER L’USO: è economico e molto leggero, se il suo rovescio è più opaco si può usare per piccoli particolari o per foderare.
DIFETTI: sfila al solo sguardo, lo sconsiglio a chi non ha una buona tagliacuci con cui rifilarlo.
  • Rasi di viscosa, acetato o fil di cupro: li metto insieme perché sono tutti provenienti da filati artificiali. Hanno una parte dritta più lucida ed un rovescio più opaco.
PREGI e CONSIGLI PER L’USO: relativamente economico e leggero, al rovescio spesso è più bello e adatto alle parti in vista di abiti e costumi. Perfetto per le fodere anche utilizzando il dritto, anzi potrei dire che è la classica fodera da giacche e cappotti.
DIFETTI: anche questo sfila molto, ed ha un costo un po’ più elevato.
  • Raso di Cotone, conosciuto anche come rasatello, o Satin, deriva dal filo di cotone e ne prende tutte le sue proprietà: è molto resistente, assorbe facilmente l’umidità (ma si riasciuga lentamente) ed è poco elastico (quando trovate il tessuto di cotone elastizzato al suo interno c’è anche elastene, non è mai 100% cotone)
PREGI e CONSIGLI PER L’USO: facile da lavorare, si può trovare a prezzi economici anche tra le stoffe da tappezzeria (altezza da cimosa a cimosa 280cm) perché viene usato per confezionare lenzuola. È facilmente lavabile e smacchiabile. Molto traspirante (ma fate attenzione che più elasticizzato è più perde questa caratteristica) adatto a cosplay estivi.
DIFETTI: Normalmente ha un calo la stoffa ed è importante lavarla o sfumarla con un buon ferro da stiro prima.
  • Raso di Seta: il raso per eccellenza. Deriva da uno dei filati penso più preziosi in natura.
PREGI e CONSIGLI PER L’USO: è morbidissimo al tatto, può vestire quasi come una seconda pelle ed è molto resistente. Se avete particolari dei vostri abiti da mettere in risalto con jabot o balze è perfetto.
DIFETTI: costa. Si va sempre dai 15/20€ al metro per la pura seta.
  • Raso di Lana: si perché esiste pure questo
Quest’ultimo l’ho segnato per completezza, non ho mai avuto il piacere di lavorarlo ma solo di vederne un campioncino in mano. Ha il PREGIO di essere morbidissimo, ma penso che sia anche molto molto costoso come molte lane con lavorazioni particolari.

Spero che dopo questa panoramica il concetto di raso vi sarà più chiaro e non penserete solo agli abiti di carnevale.

Ma avete una stoffa che vi incuriosisce? O qualche curiosità generale sulle stoffe? Potrebbe essere l'argomento del prossimo post sui tessuti.
Intanto vi auguro un buon w.end e ci leggiamo la prossima settimana!


definizioni e immagine prese dal libro di merceologia tessile della Sitam

lunedì 6 marzo 2017

Tutorial: La gonna classica


Ciao a tutti.
Pronti al primo tutorial?

Volevo inaugurare la sezione tutorial/modelli con uno semplice e basico che è la gonna classica.
Guardando online ho trovato mille mila modelli di questa e mi sono domandata come posso fare la differenza. La risposta è stata creando non solo il modello ma tutti i passaggi della confezione per avere una bellissima gonna classica rifinita come nelle migliori sartorie.
Quindi pronti a cominciare?

La gonna che voglio disegnare con voi è la gonna classica con la doppia ripresa in vita che veste bene sia le ragazze/donne magre che quelle più formosette o con una differenza tra vita e fianchi molto accentuata.

Inannzitutto le misure necessarie.
  • Circonferenza vita
  • Circonferenza fianchi
  • Lunghezza gonna

Ed ora buona visione.


lunedì 27 febbraio 2017

Libri: La moda dal XVIII al XX secolo

Oggi vi voglio parlare di un libro meraviglioso a mio parere.
La moda dal XVIII al XX secolo a cura di Kyoto Costume Institute edito dalla Taschen.
Editore: Taschen
Data di Pubblicazione: giugno 2010
Pagine: 720

Il libro in questione (sono due in realtà) raccoglie una panoramica fotografica degli abiti dal diciottesimo secolo fino quasi ai giorni nostri. 
Insieme alle immagini anche delle descrizioni dei dettagli e dei quadri storici e pittorici di riferimento per comprendere ed apprezzare gli abiti fotografati ed i loro dettagli.

Il primo libro parte dal XVIII secolo, si inizia con un busto in ferro con un corsetto ricamato del XVII secolo e degli abiti femminili (robe à la française) del 1760 circa per arrivare ai costumi da bagno di Rudolf Lenn del 1910.
In questo arco di tempo, tra le varie foto e immagini possiamo vedere anche l'evoluzione della biancheria intima con gli abiti in mussola bianca di primi Ottocento.

Nel secondo volume si riparte dall'inizio Novecento con gli abiti dalla linea a S sinuosi e morbidi caratterizzati dall'uso di chiffon e charmeuse con i punti vita rinchiusi in severi corsetti. Siamo nell'epoca della Belle Epoque.
In un secolo di grandi cambiamenti, negli anni Cinquanta si possono vedere le favolose creazioni di Dior. è il periodo dell'Haute couture e delle Maison che realizzavano coordinati dall'abito all'accessorio per le loro clienti.
Passando per le opere di Paco Rabanne e Yohji Yamamoto il secondo volume si conclude con due abiti molto particolari di fine anni Novanta.
Con l'incubo di possibili disastri atmosferici i vestiti vengono nuovamente concepiti per proteggere il corpo. Gli ultimi abiti che si vedono infatti sono un soprabito di nylon di Kosuke Tsumura chiamato "Ultima Dimora" del 1994, con più di 40 tasche che potevano essere usate per la sopravvivenza in città, e il soprabito (White Cotton Tape) di Martin Margiela realizzato con coperte da letto imbottite.




lunedì 20 febbraio 2017

Storia della moda. Le origini del Tartan (prima parte)

Ciao a tutti. Oggi facciamo un post un po' più serio con qualche curiosità.

Oltre un anno fa mi sono diplomata come modellista.
All'interno della mia tesina ho parlato, tra le tante cose, anche del tartan e oggi vorrei condividere con voi quello che ho scoperto sulla storia del tartan che ho trovato molto interessante.
Buona lettura.


Il tartan è un particolare disegno dei tessuti in lana delle Highland scozzesi. Il kilt, il tipico gonnellino scozzese, è realizzato in tartan e difatti questo tessuto è considerato un simbolo tradizionale della Scozia. Originariamente il tartan era realizzato in lana, oggi si utilizzano anche altri materiali.
Questo disegno (in Italia si chiama scozzese) è ottenuto con fili di colori diversi che si ripetono con uno schema definito, uguale sia nell'ordito che nella trama, denominato sett. I blocchi di colore si ripetono verticalmente e orizzontalmente in un modello distintivo di quadrati e linee che, intrecciandosi, possono dare l'apparenza di nuovi colori. L'armatura del telaio per tessere il tartan è la saia.
Il tartan è spesso chiamato plaid in Nord America, ma in Scozia un plaid è una tela appesa sopra la spalla come fosse un accessorio del kilt, o in alternativa una semplice coperta da disporre su un letto.
Il termine inglese Tartan deriva dal francese tiretain, che probabilmente deriva a sua volta dal verbo tirer, in riferimento alla tessitura di questo disegno in contrapposizione al panno in tinta unita. Un'altra possibile origine del nome lo farebbe risalire al termine gaelico tarsainn che significa "attraverso".
L’antichità del tartan è provata da molti riferimenti nella prima letteratura scozzese e dai resoconti dei primi viaggiatori che visitarono la Scozia parecchi secoli addietro.
All’epoca l’abbigliamento tipico era formato per l’uomo dal philabeg o kilt, realizzati con il tartan del clan, al quale veniva abbinate delle scarpe di pelle non conciata e il cuaron¸ uno stivale che raggiungeva quasi il ginocchio, fatto con pelle di cavallo o di vacca, modellato sulla gamba e tenuto in posizione da cinghie; ma si usava anche andare a gambe e piedi nudi. Il berretto era di lana lavorato a maglia con applicato un segno distintivo comune agli aderenti al clan, di solito un fiore o una pianta.
A questo si aggiungeva una piccola borsa in pelle ricoperta di pelo e laboriosamente decorata appoggiata sul kilt.
Per le donne era previsto un curraichd di lino sulla testa legato sotto il mento, il tonnag, un piccolo quadrato di tartan indossato sopra le spalle e l’arasaid, un lungo mantello di vari colori o di tartan, che dalla testa o dal collo scendeva fino alle caviglie, pieghettato tutto intorno e fermato sul petto da un largo fermaglio e sulla vita da una cintura.
da Pinterest http://pin.it/gku4lAl
Si pensa che i tartan usati molte centinaia di anni fa consistessero in semplici sacchi di due o tre colori, che venivano ricavati dalle piante presenti nel distretto dove venivano tessuti.
Quello che potremo considerare uno dei primi documenti all’uso regale del tartan è contenuto nei verbali del tesoriere del re Giacomo III nel 1471, dove si nomina un tartan acquistato appositamente per i reali consorti.
L’antichità del tartan non è mai stata messa realmente in discussione, ma alcuni storici dichiarano che l’uso di indossare un particolare modello da parte di tutti i membri del clan è un usanza moderna che si è instaurata a partire dal XVIII secolo.
Dagli archivi di un borgo delle Highlands, però, apprendiamo che i mercanti si recavano nelle Highlands ad acquistare il tartan tra il XVI e XVII secolo e gli assessori municipali al fine di prevenire speculazioni sulle vendite fissarono un tetto massimo per il prezzo del tartan, determinandolo in base al numero e alle sfumature dei colori del tessuto.
Altra nota storica documentata sul tartan risale al 1746 dopo la battaglia di Culloden, quando il governo di Londra nel tentativo di eliminare tutti i fuorilegge dalle Highlands, approvò un atto in parlamento per cui gli Highlander non potevano disporre di armi e l’abbigliamento del tartan costituiva un infrazione perseguibile penalmente. Questo atto che fu imposto rigorosamente, e la preoccupazione del governo di eliminare il tartan, dimostra che esso aveva un significato più che sentimentale per la gente delle Highland.
Quando l’atto venne revocato, nel 1785, gli Highlander si erano abituati a vestire come gli altri scozzesi e non mostravano molto entusiasmo all’idea di indossare abiti in tartan: era ormai retaggio del passato.
Il primo grande revival del tartan si ebbe nel 1822 quando Giorgio IV in visita quell’anno a Edimburgo, propose che il popolo presenziasse alle funzioni vestendo i tartan dei rispettivi clan. Questo porto alla creazione di molti tartan originali e nuovi perché le tracce del passato ormai erano perse.
Anche la pubblicazione del Vestiarium Scoticum dei fratelli Sobieski Stuart, contribuì alla nascita di tanti altri Tartan spuri, e infatti molti di quelli ancora oggi in uso devono la loro esistenza a quel libro.
Oggi la confusione riguardante le origini del tartan è stata un po’ inquadrata ed i disegni sono stati standardizzati; la registrazione dei tartan presso la Lyon Court dovrebbe ridurre di molto l’arbitrio nella loro classificazione in un futuro prossimo.

E questa è solo una parte.
Se l'argomenti vi ha incuriosito fatemelo sapere e vi racconterò la seconda parte prossimamente.

Intanto vi auguro una buona settimana.

 [notizie prese da:
Clan e Tartan, trad. di Stefano Mosetti, Vallardi, 1992.]