lunedì 27 febbraio 2017

Libri: La moda dal XVIII al XX secolo

Oggi vi voglio parlare di un libro meraviglioso a mio parere.
La moda dal XVIII al XX secolo a cura di Kyoto Costume Institute edito dalla Taschen.
Editore: Taschen
Data di Pubblicazione: giugno 2010
Pagine: 720

Il libro in questione (sono due in realtà) raccoglie una panoramica fotografica degli abiti dal diciottesimo secolo fino quasi ai giorni nostri. 
Insieme alle immagini anche delle descrizioni dei dettagli e dei quadri storici e pittorici di riferimento per comprendere ed apprezzare gli abiti fotografati ed i loro dettagli.

Il primo libro parte dal XVIII secolo, si inizia con un busto in ferro con un corsetto ricamato del XVII secolo e degli abiti femminili (robe à la française) del 1760 circa per arrivare ai costumi da bagno di Rudolf Lenn del 1910.
In questo arco di tempo, tra le varie foto e immagini possiamo vedere anche l'evoluzione della biancheria intima con gli abiti in mussola bianca di primi Ottocento.

Nel secondo volume si riparte dall'inizio Novecento con gli abiti dalla linea a S sinuosi e morbidi caratterizzati dall'uso di chiffon e charmeuse con i punti vita rinchiusi in severi corsetti. Siamo nell'epoca della Belle Epoque.
In un secolo di grandi cambiamenti, negli anni Cinquanta si possono vedere le favolose creazioni di Dior. è il periodo dell'Haute couture e delle Maison che realizzavano coordinati dall'abito all'accessorio per le loro clienti.
Passando per le opere di Paco Rabanne e Yohji Yamamoto il secondo volume si conclude con due abiti molto particolari di fine anni Novanta.
Con l'incubo di possibili disastri atmosferici i vestiti vengono nuovamente concepiti per proteggere il corpo. Gli ultimi abiti che si vedono infatti sono un soprabito di nylon di Kosuke Tsumura chiamato "Ultima Dimora" del 1994, con più di 40 tasche che potevano essere usate per la sopravvivenza in città, e il soprabito (White Cotton Tape) di Martin Margiela realizzato con coperte da letto imbottite.




lunedì 20 febbraio 2017

Storia della moda. Le origini del Tartan (prima parte)

Ciao a tutti. Oggi facciamo un post un po' più serio con qualche curiosità.

Oltre un anno fa mi sono diplomata come modellista.
All'interno della mia tesina ho parlato, tra le tante cose, anche del tartan e oggi vorrei condividere con voi quello che ho scoperto sulla storia del tartan che ho trovato molto interessante.
Buona lettura.


Il tartan è un particolare disegno dei tessuti in lana delle Highland scozzesi. Il kilt, il tipico gonnellino scozzese, è realizzato in tartan e difatti questo tessuto è considerato un simbolo tradizionale della Scozia. Originariamente il tartan era realizzato in lana, oggi si utilizzano anche altri materiali.
Questo disegno (in Italia si chiama scozzese) è ottenuto con fili di colori diversi che si ripetono con uno schema definito, uguale sia nell'ordito che nella trama, denominato sett. I blocchi di colore si ripetono verticalmente e orizzontalmente in un modello distintivo di quadrati e linee che, intrecciandosi, possono dare l'apparenza di nuovi colori. L'armatura del telaio per tessere il tartan è la saia.
Il tartan è spesso chiamato plaid in Nord America, ma in Scozia un plaid è una tela appesa sopra la spalla come fosse un accessorio del kilt, o in alternativa una semplice coperta da disporre su un letto.
Il termine inglese Tartan deriva dal francese tiretain, che probabilmente deriva a sua volta dal verbo tirer, in riferimento alla tessitura di questo disegno in contrapposizione al panno in tinta unita. Un'altra possibile origine del nome lo farebbe risalire al termine gaelico tarsainn che significa "attraverso".
L’antichità del tartan è provata da molti riferimenti nella prima letteratura scozzese e dai resoconti dei primi viaggiatori che visitarono la Scozia parecchi secoli addietro.
All’epoca l’abbigliamento tipico era formato per l’uomo dal philabeg o kilt, realizzati con il tartan del clan, al quale veniva abbinate delle scarpe di pelle non conciata e il cuaron¸ uno stivale che raggiungeva quasi il ginocchio, fatto con pelle di cavallo o di vacca, modellato sulla gamba e tenuto in posizione da cinghie; ma si usava anche andare a gambe e piedi nudi. Il berretto era di lana lavorato a maglia con applicato un segno distintivo comune agli aderenti al clan, di solito un fiore o una pianta.
A questo si aggiungeva una piccola borsa in pelle ricoperta di pelo e laboriosamente decorata appoggiata sul kilt.
Per le donne era previsto un curraichd di lino sulla testa legato sotto il mento, il tonnag, un piccolo quadrato di tartan indossato sopra le spalle e l’arasaid, un lungo mantello di vari colori o di tartan, che dalla testa o dal collo scendeva fino alle caviglie, pieghettato tutto intorno e fermato sul petto da un largo fermaglio e sulla vita da una cintura.
da Pinterest http://pin.it/gku4lAl
Si pensa che i tartan usati molte centinaia di anni fa consistessero in semplici sacchi di due o tre colori, che venivano ricavati dalle piante presenti nel distretto dove venivano tessuti.
Quello che potremo considerare uno dei primi documenti all’uso regale del tartan è contenuto nei verbali del tesoriere del re Giacomo III nel 1471, dove si nomina un tartan acquistato appositamente per i reali consorti.
L’antichità del tartan non è mai stata messa realmente in discussione, ma alcuni storici dichiarano che l’uso di indossare un particolare modello da parte di tutti i membri del clan è un usanza moderna che si è instaurata a partire dal XVIII secolo.
Dagli archivi di un borgo delle Highlands, però, apprendiamo che i mercanti si recavano nelle Highlands ad acquistare il tartan tra il XVI e XVII secolo e gli assessori municipali al fine di prevenire speculazioni sulle vendite fissarono un tetto massimo per il prezzo del tartan, determinandolo in base al numero e alle sfumature dei colori del tessuto.
Altra nota storica documentata sul tartan risale al 1746 dopo la battaglia di Culloden, quando il governo di Londra nel tentativo di eliminare tutti i fuorilegge dalle Highlands, approvò un atto in parlamento per cui gli Highlander non potevano disporre di armi e l’abbigliamento del tartan costituiva un infrazione perseguibile penalmente. Questo atto che fu imposto rigorosamente, e la preoccupazione del governo di eliminare il tartan, dimostra che esso aveva un significato più che sentimentale per la gente delle Highland.
Quando l’atto venne revocato, nel 1785, gli Highlander si erano abituati a vestire come gli altri scozzesi e non mostravano molto entusiasmo all’idea di indossare abiti in tartan: era ormai retaggio del passato.
Il primo grande revival del tartan si ebbe nel 1822 quando Giorgio IV in visita quell’anno a Edimburgo, propose che il popolo presenziasse alle funzioni vestendo i tartan dei rispettivi clan. Questo porto alla creazione di molti tartan originali e nuovi perché le tracce del passato ormai erano perse.
Anche la pubblicazione del Vestiarium Scoticum dei fratelli Sobieski Stuart, contribuì alla nascita di tanti altri Tartan spuri, e infatti molti di quelli ancora oggi in uso devono la loro esistenza a quel libro.
Oggi la confusione riguardante le origini del tartan è stata un po’ inquadrata ed i disegni sono stati standardizzati; la registrazione dei tartan presso la Lyon Court dovrebbe ridurre di molto l’arbitrio nella loro classificazione in un futuro prossimo.

E questa è solo una parte.
Se l'argomenti vi ha incuriosito fatemelo sapere e vi racconterò la seconda parte prossimamente.

Intanto vi auguro una buona settimana.

 [notizie prese da:
Clan e Tartan, trad. di Stefano Mosetti, Vallardi, 1992.]

martedì 14 febbraio 2017

Signore e Signori le Mascotte: Taiga

Buon San Valentino a tutti 💖
Per festeggiare questa giornata dell'amore inauguro la sezione dedicata ai miei grandi amori...

Oggi vi presento chi gira tra le stoffe e i fili del laboratorio, le mie mascotte: i miei gatti.
Per chi conosce il mio negozio su Etsy li ha visti presentati anche li e tra i miei amici hanno moltissimi fans e quindi ecco a voi Battou e Taiga.

Trova l'intrusa
Anzi iniziamo con Taiga, la femminuccia, gatta fino al midollo e bellissima e tigrata.
Non si fida completamente di nessuno e nonostante in laboratorio da me passino una marea di persone continua a girare al largo.

Il suo compito in laboratorio quando non dorme è  ricordare che devi sfamarla e lo fa con una puntualità svizzera, almeno due ore prima dell'orario previsto.

Ha una passione assurda per i sacchetti di plastica, sopratutto quando non le dai da mangiare ed inizia a rosicchiare qualunque cosa in plastica che trova a portata di zampa.

In sintesi questa è Taiga. La principessa di casa.
La prossima volta vi racconto di Battou.
Nel frattempo vi auguro buona settimana, appuntamento a lunedì.

lunedì 6 febbraio 2017

Presa delle misure

Ciao a tutti.
Prima di partire con qualsiasi tutorial per creare un abito è importante capire come prendere le nostre misure per poter creare un abito che ci casca a pennello.

Quindi prendiamo un nastro da legarci sul punto vita ed il metro da sarta, poi chiamiamo la mamma o la nonna o la zia o un amica a farci prendere le misure, perchè da sole non si potranno prendere tutte in maniera corretta.

Le misure si dividono in due tipi larghezze e lunghezze. Il nastro legato sul punto vita ci aiuterà a prenderle e ci darà un punto di riferimento fisso in particolar modo per le lunghezze che partiranno dal punto vita.

Qui potete trovare una tabella con tutte le misure e come prenderle spiegate nei dettagli.

è importante che le misure vi vengano prese da un altra persona perchè da soli, anche davanti allo specchio non riusciamo ad essere precisi e con lo spostamento delle braccia, e quindi delle scapole sulla schiena ad esempio la circonferenza torace e seno possono variare molto

Altre misure invece sono più semplici e si riesce a controllarle da se, come il punto vita e il punto fianchi e le varie lunghezze.
Non so se vi è mai capitato prima e dopo una dieta di controllare se oltre ai chili abbiamo perso anche qualche centimetro.

Un video molto utile girato all'interno della Sitam è questo, dove vengono spiegate le misure principali che vengono usate per i cartamodelli.
Un piccolo appunto. Ogni metodo di disegno di cartamodelli richiede pù o meno misure, in base all'uso di una squadra oppure semplicemente di carta, metro e matita.

Detto questo, prendete le vostre misure segnatele bene su un foglio con tanto di data di quando le avete prese e preparate carta da modelli e matita, la prossima volta comincieremo con la gonna classica.  

Al prossimo appuntamento.