La moda dal XVIII al XX secolo a cura di Kyoto Costume Institute edito dalla Taschen.
Editore: Taschen
Data di Pubblicazione: giugno 2010
Pagine: 720
Data di Pubblicazione: giugno 2010
Pagine: 720
Il libro in questione (sono due in realtà) raccoglie una panoramica fotografica degli abiti dal diciottesimo secolo fino quasi ai giorni nostri.
Insieme alle immagini anche delle descrizioni dei dettagli e dei quadri storici e pittorici di riferimento per comprendere ed apprezzare gli abiti fotografati ed i loro dettagli.
Il primo libro parte dal XVIII secolo, si inizia con un busto in ferro con un corsetto ricamato del XVII secolo e degli abiti femminili (robe à la française) del 1760 circa per arrivare ai costumi da bagno di Rudolf Lenn del 1910.
In questo arco di tempo, tra le varie foto e immagini possiamo vedere anche l'evoluzione della biancheria intima con gli abiti in mussola bianca di primi Ottocento.
Nel secondo volume si riparte dall'inizio Novecento con gli abiti dalla linea a S sinuosi e morbidi caratterizzati dall'uso di chiffon e charmeuse con i punti vita rinchiusi in severi corsetti. Siamo nell'epoca della Belle Epoque.
In un secolo di grandi cambiamenti, negli anni Cinquanta si possono vedere le favolose creazioni di Dior. è il periodo dell'Haute couture e delle Maison che realizzavano coordinati dall'abito all'accessorio per le loro clienti.
Passando per le opere di Paco Rabanne e Yohji Yamamoto il secondo volume si conclude con due abiti molto particolari di fine anni Novanta.
Con l'incubo di possibili disastri atmosferici i vestiti vengono nuovamente concepiti per proteggere il corpo. Gli ultimi abiti che si vedono infatti sono un soprabito di nylon di Kosuke Tsumura chiamato "Ultima Dimora" del 1994, con più di 40 tasche che potevano essere usate per la sopravvivenza in città, e il soprabito (White Cotton Tape) di Martin Margiela realizzato con coperte da letto imbottite.
Il primo libro parte dal XVIII secolo, si inizia con un busto in ferro con un corsetto ricamato del XVII secolo e degli abiti femminili (robe à la française) del 1760 circa per arrivare ai costumi da bagno di Rudolf Lenn del 1910.
In questo arco di tempo, tra le varie foto e immagini possiamo vedere anche l'evoluzione della biancheria intima con gli abiti in mussola bianca di primi Ottocento.
Nel secondo volume si riparte dall'inizio Novecento con gli abiti dalla linea a S sinuosi e morbidi caratterizzati dall'uso di chiffon e charmeuse con i punti vita rinchiusi in severi corsetti. Siamo nell'epoca della Belle Epoque.
In un secolo di grandi cambiamenti, negli anni Cinquanta si possono vedere le favolose creazioni di Dior. è il periodo dell'Haute couture e delle Maison che realizzavano coordinati dall'abito all'accessorio per le loro clienti.
Passando per le opere di Paco Rabanne e Yohji Yamamoto il secondo volume si conclude con due abiti molto particolari di fine anni Novanta.
Con l'incubo di possibili disastri atmosferici i vestiti vengono nuovamente concepiti per proteggere il corpo. Gli ultimi abiti che si vedono infatti sono un soprabito di nylon di Kosuke Tsumura chiamato "Ultima Dimora" del 1994, con più di 40 tasche che potevano essere usate per la sopravvivenza in città, e il soprabito (White Cotton Tape) di Martin Margiela realizzato con coperte da letto imbottite.